Lo sviluppo del territorio di Barlassina
Il territorio di Barlassina è compreso in una striscia rettangolare ed è attraversato in direzione nord-sud dal corso Milano (la vecchia Statale 35) ed in direzione est-ovest dalla strada di collegamento verso Meda e Cogliate.
La larghezza media del territorio comunale è di un chilometro circa mentre la lunghezza raggiunge i tre chilometri per una superficie complessiva di circa 2,9 chilometri quadrati.
Il territorio è disposto su tre piattaforme quasi parallele che hanno una differenza altimetrica di dieci metri l'una dall'altra.
La periferia ad est è attraversata dal torrente Seveso, dalla linea ferroviaria Milano-Como-Chiasso e da un tratto delle FNM.
Agli inizi degli anni '70 è stata invece aperta la Superstrada (ex SS 35) che, in sostituzione della vecchia comasina, è una strada di collegamento veloce con Milano.
Il territorio a ovest è interessato dalla presenza di parte del Parco delle Groane e da numerose piccole rogge.
Urbanisticamente il paese si è sviluppato a partire dagli anni '60, come leggibile dalla cartografia esistente e, in particolare, tre soglie significative ci danno l'indicazione di come si è verificata tale crescita:
- le mappe del Cessato Catasto del 1897 (la prima soglia di riferimento), ma ancora prima quelle del Catasto Teresiano della metà del '700 (noto anche come Catasto di Carlo VI), ci danno indicazione di una situazione pressoché immutata per quasi due secoli: una fitta edificazione basata sulla tipologia dei cortili disposti a cortina lungo la via principale, il corso Vittorio Emanuele (l'attuale corso Milano).
- Sparse nel territorio sono: la cascina S. Maria, la cascina Ronco, la cascina Bertolera, la cascina Orsenigo, la zona detta "Borghetto", la villa Turati, i Belott e pochi altri fabbricati isolati. In particolare nella mappa catastale del 1897 sono evidenziati il vecchio cimitero (attivo dal 1788 al 1884) posto all'angolo delle attuali via Matteotti-via Dante e quello nuovo, recentemente ampliato;
le Mappe Catastali del 1958 evidenziano la prima fase dello sviluppo urbano. Si distinguono subito l'edilizia residenziale rispetto a quella industriale: mentre la prima continua a concentrarsi ai lati di corso Milano, salvo poche situazioni isolate, la seconda si concentra con grandi blocchi posti alla periferia del paese.
Poche sono le nuove vie aperte che seguono in ogni caso l'ordine dettato da corso Milano costruendo una rete più o meno regolare. Le nuove abitazioni si distinguono subito dalle precedenti in quanto non hanno mantenuto la tipologia a corte posta a cortina lungo la strada, ma sono state realizzate con piccoli edifici diffusi ed arretrati rispetto al filo stradale, tutte con giardino proprio. Le vecchie cascine sono ancora isolate rispetto al contesto urbano.
Il paese si è arricchito di nuovi servizi per gli abitanti.
Sono stati realizzati, all'inizio del secolo, la sede della Società di Mutuo Soccorso, che ospitava tra l'altro la Scuola di Disegno (su un terreno di proprietà dell'Opera Pia Porro), il Tiro a Segno, l'Oratorio, l'edificio in cui attualmente ha sede la Casa di Riposo (prima Ospedale circondariale poi militare durante la Prima Guerra Mondiale e successivamente Orfanotrofio gestito dall'Opera Pia Pro Infanti), l'Asilo Infantile dell'Opera Pia Porro, e le Scuole Elementari di via Colombo.
Emergono le grandi fornaci poste ad ovest del territorio comunale: le fornaci Zanetti, Ceppi e Pizzi.
La restituzione aereofotogrammetrica del 1999 ci mostra lo stato attuale ed è subito evidente il grande cambiamento che è avvenuto nel corso di quarant'anni: l'edificato si è esteso in direzione est ed ovest arrivando ai limiti dei confini nord-sud e fermandosi verso ovest, in corrispondenza del Parco delle Groane.
Le grandi produzioni industriali, poste ai margini dell'edificato residenziale o addirittura incluse nel tessuto urbano e "scavalcate" come nella zona di via XXV Aprile, si distinguono subito per le notevoli dimensioni.
Sono stati realizzati nuovi servizi: le Scuole Medie e la palestra, mentre un nuovo Oratorio sostituisce quello precedente.
La diffusione sul territorio delle nuove abitazioni vede sorgere in collina diversi insediamenti che distano dal centro del paese: nasce così l'esigenza di un luogo per il culto più vicino di quanto sia la Chiesa Parrocchiale. Su questa spinta viene realizzato il Santuario dedicato alla "Madonna dell'Aiuto".
Si deve sottolineare che un impulso notevole a questo sviluppo urbanistico è dipeso in parte anche dalle realizzazioni messe in atto dall'Opera Pia Porro che proprio dalla fine degli anni '50, ha dato il via alla realizzazione dei primi grandi palazzi in via Piave (7 piani) e soprattutto del "villaggio giardino", un complesso ad alta densità composto da 11 palazzine a 3 piani di via Repubblica e dai 3 grandi palazzi a 6 piani di via Don Gattinoni.
Le vecchie cascine sono state ormai incluse nell’edificato, se addirittura non sono state sostituite, e solo i cortili lungo corso Milano, il primo nucleo, hanno mantenuto una forte riconoscibilità ancora leggibile e distinguibile rispetto al tessuto urbano circostante.
I terreni un tempo agricoli, come ci mostrano le vecchie cartoline, sono stati edificati e in alcuni casi conservano ancora la memoria della loro destinazione originaria grazie ai nomi popolari con cui venivano identificati: il Brughierone, il Dosso Valfredda, il Cascinot, la Luminina, la zona dei Belott...
Le fotografie ci mostrano la progressiva evoluzione e la crescita che ha avuto Barlassina, crescita non solo quantitativa, ma anche qualitativa. Sempre le immagini ci mostrano alcuni elementi significativi che facevano parte della nostra storia e che purtroppo sono stati persi per tale sviluppo. Si pensi alla Casa Gianni, più nota come "la Filanda", un'imponente costruzione che sporgeva all'inizio dell'attuale corso Milano, progetto dell'architetto Simone Cantoni (1787), alla "Rotonda" di palazzo Rezzonico o ancora alla còrt del Ross.